A tre settimane dai Campionati Mondiali di Budapest l’Ittf World Tour Platinum Qatar Open ha lanciato un messaggio inequivocabile. Se ci fossero stati dei dubbi, e in effetti ce n'erano, che l’oro olimpico e iridato in carica Ma Long (nella foto di Hussein Sayed) potesse recuperare in tempo i sette mesi e mezzo d’inattività agonistica perduti, la legge del campo li ha spazzati via. L’ex numero 1, che attualmente è al 12° posto, a Doha ha fatto il Cannibale, eliminando negli ottavi il tedesco Timo Boll, n. 5 del ranking internazionale, nei quarti il giapponese Jun Mizutani, n. 10, e in semifinale il suo connazionale Xu Xin, n. 2.
Oggi ha chiuso il cerchio, battendo in rimonta per 4-2 (9-11, 8-11, 11-5, 11-5, 11-9, 11-9) l’altro cinese Lin Gaoyuan, n. 3. Una dimostrazione disarmante, anche di fronte alle difficoltà, che fa comprendere come il Re sia proprio tornato e abbia tutte le carte in regola per puntare al terzo titolo mondiale consecutivo. «Tenendo conto - spiega Ma Long - del mio lungo infortunio, per il modo in cui sono rientrato, questo è senza dubbio il titolo che mi rende più felice di tutta la mia carriera. Vincere qui mi fornisce la spinta perfetta in vista dei Mondiali del prossimo mese e naturalmente mi aiuta nella preparazione di lungo termine per i Giochi Olimpici del prossimo anno».
Nel singolare femminile questa mattina si sono disputate le semifinali, due derby cinesi che hanno promosso all’atto conclusivo Wang Manyu (nella foto di Hussein Sayed), per 4-0 (11-6, 11-1, 11-6, 11-4) sulla numero 1 al mondo Ding Ning, e Liu Shiwen, per 4-3 (5-11, 11-6, 8-11, 11-5, 9-11, 11-6, 11-5) sulla 18enne Sun Yingsha.
Nel match decisivo ha prevalso per 4-2 (11-3, 10-12, 12-10 11-6, 5-11, 11-5) la 20enne Wang, prendendosi la rivincita rispetto alla finale del 2018. «Questo risultato – afferma la vincitrice – mi trasmette una grande fiducia prima dei Mondiali e mi conferma che ho lavorato nella direzione giusta nelle ultime settimane e negli ultimi mesi. Ho ancora un po’ di tempo per migliorare qualche aspetto del mio gioco, prima di fare rotta su Budapest».