Battere la bicampionessa paralimpica e mondiale e aggiudicarsi due medaglie d'oro nello stesso torneo è un risultato straordinario. L'ha ottenuto Giada Rossi, che a Lasko, in Slovenia, prima ha dato un dispiacere alla quasi imbattibile cinese Jing Liu (nella foto il podio) nel singolare di classe 2 e poi ha confermato il primo posto nella gara a squadre con la compagna Clara Podda. Da domani Giada sarà impegnata nell'Open di Slovacchia, a Bratislava. «Il lavoro che stiamo facendo con Marino Filipas, che mi segue per conto della Federazione, - spiega la 21enne friulana - e con il direttore tecnico Alessandro Arcigli, nei raduni a Verona, Udine e Lignano Sabbiadoro, sta dando i suoi frutti».
Tecnicamente cosa ti sta permettendo di crescere?
«Sto iniziando a sviluppare un gioco in cui alzo le traiettorie, per spezzare il ritmo, e faccio delle palle corte. Mi sto allenando molto su questo fronte e anche sul servizio, che è migliorato, per non trascurare il lavoro che stiamo svolgendo sugli spostamenti».
A Lasko avevi già affrontato la Liu nel girone.
«Era la prima volta che me la trovavo di fronte e ho perso per 3-0. Ho cercato di rimandare la palla di là e di tenere lo scambio, ma lei si è dimostrata più solida. In finale sulla carta non avevo nulla da perdere. Sono stata più incisiva e precisa con il servizio e ho alzato più palline. Insomma ho cercato maggiormente di conquistare il punto».
Cosa hai provato quando nel quinto set di sei trovata in svantaggio per 9-5?
«Ho cercato di rimanere calma anche se l'emozione era fortissima. Sul 9-7 la cinese ha chiamato il timeout e in panchina Alessandro mi ha tranquillizzato e mi ha detto che avrei dovuto fare quattro miracoli. Al rientro avrei dovuto servire e mi ha dato le direttive su come battere. Ero concentrata su ciò che dovevo fare e sul farlo al meglio. Siamo andati 9-9 e 10-9 per lei e poi 12-10 per me».
Ricordi l'ultimo punto?
«Non esattamente, penso di avere alzato una pallina. Dopo avere vinto ho sentito un groppo in gola e tutta la tensione si è manifestata. Subito mi ha abbracciato Alessandro e poi anche tutta la squadra, che aveva fatto il tifo per me nel corso della partita».
A Bratislava troverai invece la coreana Su Yeon Seo?
«Sì, in realtà è lei la numero 1 al mondo. L'ho già incontrata l'anno scorso in Ungheria, e mi ha battuta per 3-0, e subito dopo a Lignano, dove è finita 3-1 per lei. Questa volta, se la affronterò, sarà una partita nuova. La vittoria di Lasko mi darà una carica in più, però dovrò essere brava a rimanere concentrata punto su punto e a non dare per scontato nulla in ogni match».
Tornando alla Slovenia, com'è stato il successo a squadre?
«Un'altra bellissima soddisfazione, condivisa con Clara Podda, che nel singolare si era piazzata terza. È stata la prima volta che ho vinto due ori nello stesso torneo internazionale. A Ostrava avevo ottenuto l'oro in singolare e l'argento a squadre sempre con Clara».
A chi dedichi questi risultati?
«Più che dediche, ho dei ringraziamenti. In primis ad Alessandro e a Donato Gallo, che seguono la Nazionale e con i quali ho un bel rapporto, poi a Marino Filipas, che mi prepara tutte le settimane a Udine, a tutti i miei compagni e alla Federazione in generale, perché mi offre la possibilità di allenarmi e di allenarmi bene. Sono aspetti tutt'altro che scontati».
Dovendo andare subito a Bratislava, non hai avuto il tempo di festeggiare?
«La sera della medaglia in singolare abbiamo solo brindato con compagni e tecnici, perché il giorno dopo avevamo la gara a squadre. Speriamo di festeggiare meglio al ritorno da Bratislava, avendo magari altri buoni motivi per farlo».