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Foglia e Palmarucci ancora sul trono di doppio

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Nel tennistavolo 1+1 non fa sempre 2 e il doppio non è necessariamente la somma di due singoli. Infatti questa volta i due finalisti della gara di singolare non si sono rivelati anche la coppia più forte e così John Oyebode (Marcozzi Cagliari) e Matteo Gualdi (Villa d’Oro Modena) si sono inchinati a Mattia Foglia e Luca Palmarucci (A4 Verzuolo), che hanno confermato il titolo di campioni d’Italia di seconda categoria conquistato lo scorso anno al PalaTazzoli di Torino. In finale si sono imposti per 3-2 (11-8, 11-4, 4-11, 7-11, 11-8).

In semifinale Oyebode e Gualdi hanno superato per 3-0 (11-9, 11-7, 11-3) Mattia Cerquiglini (TT Campomaggiore Terni) e Alessandro Piaccione (TT Taranto) e Foglia e Palmarucci hanno prevalso per 3-2 (11-7, 9-11, 6-11, 11-7, 12-10) su Lorenzo Cordua (Cus Torino) e Andrea Puppo (Tennistavolo Genova). Il 16enne cussino ha conquistato dunque uno storico bronzo per un atleta paralimpico, ancora più importante dello stesso metallo ottenuto nel 2015 ai tricolori giovanili di Terni con la squadra allievi.

Nel primo parziale della finale Foglia e Palmarucci sono saliti sul 4-1, sono stati raggiunti (4-4), si sono issati a 7-4 e sono stati ripresi (7-7). Il terzo scatto (10-7) è stato quello buono e ha permesso loro di chiudere. Nel secondo è risultato decisivo il break di 6-0 che ha portato i due verzuolesi dal 4-4 al set-point. La prima palla utile ha fruttato il 2-0. Il terzo set si è svolto in fotocopia, ma a ruoli invertiti, e Oyebode e Gualdi hann0 riaperto il match. Le teste di serie numero 1 hanno insistito e nella quarta frazione sul 5-5 hanno avuto il sussulto decisivo (9-5) e sono andati alla “bella”, nella quale hanno conquistato i primi tre punti. I successivi sette sono stati però per Foglia e Palmarucci e il successo non è più stato in discussione.

«Nei primi due set - spiega Foglia - siamo riusciti a imporre il nostro gioco. Dovevamo mettere la palla di là corta su tutti e due e poi tirare con il giro, perché se avessimo forzato Johnny e Matteo avrebbero avuto il sopravvento».

Nel prosieguo si è verificata un’inversione di tendenza. «L’euforia per essere avanti per 2-0 - racconta Palmarucci - ci ha giocato un brutto scherzo e ci siamo deconcentrati, agevolando il loro recupero. Al quinto, però, abbiamo deciso di chiuderla per bissare il tricolore». I due cuneesi hanno corso il rischio maggiore in semifinale , quando alla “bella” sono stati costretti a neutralizzare un match-point sul 9-10 contro Cordua e Puppo. «È vero - ammette Mattia - Lorenzo e Andrea sono stati bravissimi. Aver annullato quella palla ha cambiato la prospettiva del nostro torneo».

Doppio maschile terza


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