Andrà alle Paralimpiadi per la terza volta consecutiva Peppe Vella, che è il primo ad ammettere, però, che «a certe situazioni non si ci abitua mai. Non è sempre la prima volta, ma l’emozione rimane, anche se questa volta, per come sono andate le cose, essendo stato ripescato, ho avuto meno tempo per pensarci».
Come fu a Londra?
«La preparazione fu molto più lunga e ci fu anche un periodo di qualificazione più sudato. L’avvicinamento è stato più faticoso, avendo avuto più tempo per accumulare tensione».
A Pechino com’era stato?
«Già il fatto di andare in Cina, nella casa del tennistavolo, era un’enorme emozione. Poi era la prima volta e dunque l’ho vissuta in modo particolare. Ricordo che nel set di apertura della prima partita non riuscivo neppure a sentire la pallina. Oltretutto la pressione derivava anche dall’avere qualche aspettativa in più di oggi»
Questa volta quanto è stato difficile colmare il gap di preparazione?
«Avevo già mentalmente smesso e riprendere dopo cinque mesi, in modo assolutamente inaspettato, è stato un’impresa. Dovevo smaltire tossine fisiche e riprendere l’attitudine mentale a pensare come un giocatore. In più ho avuto anche un problema alla spalla. Fino alla prima metà di giugno è stato veramente duro. Ora sto cominciando a entrare in forma».
Senti che il lavoro stia pagando?
«Decisamente sì e paradossalmente l’aver iniziato così tardi la preparazione potrebbe anche aiutarmi, in qualche modo, a entrare in condizione nel momento decisivo».
In Brasile come sarà la situazione nella classe 2?
«Ovviamente sarò il numero 3 o 4 del girone a seconda che siano da tre o da quattro e andrò a finire in uno dei primi tre gironi, se non nel primo. Sarà sicuramente difficile, ma rispetto alle precedenti edizioni andranno al tabellone i primi due di ogni gruppo e dunque qualche possibilità in più ci sarà».
Chi vedi come favorito?
«Uno dei coreani, il francese Fabien Lamirault, campione del mondo ed europeo, lo slovacco Jan Riapos, che ha vinto a Londra, più qualche altro come il polacco Rafal Czuper e il ceco Jiri Suchanek».
Cercherai di rovinare la festa a tutti?
«L’obiettivo sarà di passare il girone, poi si giocherà a eliminazione diretta e potrà succedere di tutto. Mi piacerebbe anche superare un turno a squadre con Andrea Borgato, nel caso in cui dovessimo avere un sorteggio non proibitivo. A Rio spero di raggiungere il massimo risultato possibile, per concludere nel modo migliore la mia carriera».